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Agli Usa tutte le scorte di Remdesivir: Europa a secco

Farmaci Redazione DottNet | 01/07/2020 20:46

E' il primo farmaco approvato dalle autorità regolatorie in Usa per il trattamento di Covid-19: è prodotto da Gilead e si è dimostrato utile ad aiutare le persone a guarire più rapidamente da Covid-19

"Gli Usa hanno acquistato virtualmente tutte le scorte per i prossimi tre mesi di uno dei due farmaci che hanno dimostrato di funzionare contro Covid-19, senza lasciare praticamente nulla a Regno Unito, Europa o alla maggior parte del resto del mondo". E' quanto riferisce il quotidiano britannico 'The Guardian', secondo il quale la mossa statunitense ha allarmato esperti e associazioni. "Hanno avuto accesso alla maggior parte delle scorte" del Remdesivir "e quindi non c'è nulla per l'Europa", afferma Andrew Hill, senior visiting reserach fellow della Liverpool University.

La Casa Bianca era già stata tacciata di “pirateria moderna” dalle autorità della Germania a marzo, dopo aver bloccato alla frontiera un carico di mascherine destinate alla polizia di Berlino e aver cercato di opzionare il vaccino allo studio nell’azienda tedesca CureVac. Mentre si moltiplicano gli appelli internazionali per una distribuzione equa delle risorse contro il coronavirus, il comportamento degli Stati Uniti sembra andare in direzione opposta. Remdesivir è il primo farmaco approvato dalle autorità regolatorie in Usa per il trattamento di Covid-19, è prodotto da Gilead e si è dimostrato utile ad aiutare le persone a guarire più rapidamente da Covid-19. "Le prime 140.000 dosi, fornite per le sperimentazioni farmacologiche in tutto il mondo, sono state esaurite - riferisce il quotidiano - e l'amministrazione Trump ha ora acquistato più di 500.000 dosi, che è tutta la produzione di Gilead per luglio e il 90% di agosto e settembre".

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Secondo la rivista Medicines Law and Policy il costo di produzione per un ciclo di una settimana con il remdesivir è di 7 dollari e il farmaco (messo a punto ai tempi di Ebola, ma con risultati clinici non brillanti) ha goduto di una buona dose di finanziamenti pubblici per la fase di studio. A marzo la Gilead, l’azienda americana che lo produce, aveva chiesto che il remdesivir fosse inserito nella lista dei farmaci orfani, una categoria ad hoc per le malattie rare che prevede una serie di vantaggi su brevetti ed esclusive. La Food and Drug Administration l’aveva appena concessa quando un’ondata di sdegno si è sollevata negli Stati Uniti. Tutto si può dire del coronavirus tranne che sia raro. “Non è il momento di approfittarne, da parte delle case farmaceutiche”, aveva tuonato tra gli altri il candidato democratico alle presidenziali Bernie Sanders. Una decina di giorni dopo l’approvazione, la designazione di “farmaco orfano” è stata revocata.

"Il presidente Trump ha raggiunto, dunque, un accordo straordinario per garantire agli americani l'accesso al primo medicinale autorizzato per Covid-19", ha dichiarato il segretario Usa alla Salute Alex Azar. "Per quanto possibile, vogliamo garantire che ogni paziente americano che abbia bisogno di remdesivir possa riceverlo. L'amministrazione Trump sta facendo tutto ciò che è in nostro potere per apprendere di più sulle terapie salvavita per Covid-19 e per assicurare l'accesso a queste opzioni al popolo americano". Sulla questione è intervenuta anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità. "Dobbiamo assicurarci che tutti abbiano accesso a trattamenti salvavita come Remdesivir, siamo impegnati a capire l'esatta natura del contratto" di fornitura del farmaco anti-Covid-19 negli Stati Uniti, sottolineano, "e nello stringere accordi di licenza e di produzione per un accesso equo a terapie come questa".

Preoccupazione è staa espressa anche dal Partito Popolare Europeo per il fatto che gli Usa "hanno acquistato quasi tutte le scorte globali di Remdesivir", che è un farmaco "promettente per trattare la Covid-19". "Dobbiamo fare tutti gli sforzi necessari per dare ai pazienti europei l'accesso alle terapie contro la Covid-19" sottolinea Peter Liese, eurodeputato tedesco della Cdu, medico e portavoce del gruppo Ppe per la Salute. "Sono in diretto contatto con la compagnia farmaceutica - continua Liese - che produce il remdesivir e ho detto loro che dovrebbero essere giusti nei confronti dei pazienti europei, se vogliono avere un buon rapporto con l'Ue anche nel futuro con gli altri loro farmaci". Gilead Sciences, la società farmaceutica che produce il Remdesivir, aveva assicurato a Liese, secondo quando riferito dallo stesso eurodeputato venerdì scorso, che il farmaco sarebbe stato disponibile anche "per i pazienti europei".

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